Permesso di Soggiorno per Protezione Speciale - Vinta la Prima Battaglia

09 giugno 2021

Amo profondamente la mia professione.

La amo perchè ogni giorno è una nuova sfida da affrontare certamente attraverso lo studio, ma facendo leva sui più profondi e radicati valori etici e morali.

Ed oggi mi sento particolarmente bene con me stesso perchè mi sento gratificato da un sorriso e da lacrime di gioia semplicemente percepite al telefono.

Mesi addietro ho iniziato a curare gli interessi di un ragazzo proveniente dalla Guinea Bissau da tanto tempo in Italia, un Padre ed un marito che da anni non vede la propria figlia e la propria moglie, che in Italia ha sempre lavorato regolarmente, che ha sempre rispettato la legge.

Si tratta di un uomo al quale veniva rigettata la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno per protezione speciale, peraltro, mediante una illegittima applicazione retroattiva del cd. decreto Salvini in materia di immigrazione.

Francamente sono rimasto senza parole nell’ascoltare la sua storia, tant’è che decidevo di raccontarla pubblicamente, sebbene parzialmente.

L’occasione mi veniva fornita da un’operazione di polizia contro il caporalato.

All’epoca scrivevo così:

“Oggi ho letto di una importante operazione di polizia contro il caporalato.

Decine di lavoratori trattati come schiavi, costretti a lavorare in condizioni, a dir poco, pietose.
Già lavoratori.

Non parliamo di criminali, ma di uomini che si recavano nei campi a sudare per potersi garantire un pezzo di pane e per

aiutare i propri familiari fuori dall'Italia.

Non so dove stia andando l'umanità, non so quale direzione stia percorrendo, ma certamente non è quella giusta.
Io ho avuto la fortuna di conoscere uno di questi ragazzi giunti in Italia soltanto per lavorare ed è una storia che mi piace condividere perchè possa insegnare qualcosa ai tanti seminatori di odio.

Lui si chiama K. e sin da subito mi ha colpito la sua timidezza, la sua compostezza, ma soprattutto mi hanno colpito i suoi occhi.

Dal suo sguardo traspariva la sofferenza che aveva incontrato nel corso della sua vita nel suo Paese, l'Africa.
Questa sofferenza l'ho letta, me l'ha raccontata.

Mi ha raccontato di essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Di lavorare dalla mattina alla sera e di mandare dei soldi a casa per mantenere la propria famiglia.
Allora ho pensato, forse in maniera fin troppo semplicistica: "beh qui nel nostro Paese, un Paese che ritengo civile, con un contratto di lavoro a tempo indeterminato oramai avrà avuto la possibilità di integrarsi dopo tanti anni (circa 15), lo Stato italiano ne riconoscerà i diritti e sarà rispettato".

Invece no.

Ha continuato il suo racconto e mi ha spiegato, nonostante tutto, il perchè dei suoi occhi tristi.

A lui non interessavano gli orari di un lavoro massacrante, tale era ed è il suo desiderio di lavorare e stare in Italia nel rispetto della legge.

Il suo problema consisteva nel non poter più mandare soldi a casa e dare la possibilità alla propria famiglia di sfamarsi.
Ciò a causa di una legge entrata in vigore dopo la sua richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno che, illegittimamente, è stata applicata retroattivamente.

Ma al di là dell'aspetto giuridico, comprendere come sia possibile che un ragazzo-lavoratore nelle sue condizioni e nella sua posizione possa essere lasciato improvvisamente nella illegalità, potenzialmente vittima di sfruttamento, è davvero difficile.
Evidentemente qualcosa a livello legislativo e amministrativo non va e bisogna intervenire subito.

Personalmente non ho esitato ad aiutarlo e a schierarmi dalla sua parte subito per tutelarne i diritti.

L'ho fatto e lo farò fino alla fine con caparbietà.

Vorrei, pero', invitare chi ancora non ha capito cosa c'è negli occhi e nel cuore di questi ragazzi, a diffondere ed insegnare ai propri figli la cultura dell'accoglienza, del rispetto altrui, dell'umanità.

La perdita di questi valori oggi è drammatica.

L'aver letto che i lavoratori venivano paragonati e considerati al pari delle scimmie (sic!) soltanto perché con un colore di pelle diverso, è qualcosa che ci deve far sentire tutti responsabili socialmente perché siamo noi tutti gli ingegneri, gli architetti e i costruttori di questa impoverita società.

Il mio non è un discorso politico contro nessuno, perchè sono pienamente consapevole che l'immigrazione sia un fenomeno da regolamentare e sottrarre ai trafficanti di uomini.

Si chiamano, semplicemente, umanità, legalità e rispetto, che si contrappongono sempre all'odio, all'ignoranza, alla cattiveria e al facile e becero populismo.

Aggiungo che K. quando tutto sarà finito e il suo diritto di rimanere in Italia sarà finalmente riconosciuto, perchè vinceremo e lo dico a voce alta, mi ha promesso che racconterà la sua storia, tale è la sua volontà.

Un uomo è tale a prescindere dal colore della pelle.

Un delinquente è tale a prescindere che sia bianco o che sia nero.”.

Caro K. io quella promessa la sto mantenendo.

Oggi il Tribunale di Reggio Calabria ha accolto la domanda cautelare proposta ed ha sospeso l’efficacia esecutiva del provvedimento impugnato nei seguenti termini:

"- esaminato il ricorso con il quale si chiede, in via preliminare, di sospendere l’esecutività del provvedimento emesso e notificato in data________, con cui il Questore di Reggio Calabria ha rigettato la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno per protezione speciale avanzata dall’odierno ricorrente e, nel merito, previa fissazione dell’udienza di comparizione delle parti, l’accoglimento del ricorso;

- letta la comparsa di costituzione depositata da controparte in data_______;

- rilevato che nell’ambito del presente giudizio, assegnato a questo Giudice nella data di ieri, non risulta mai esaminata la domanda cautelare proposta dal ricorrente;

- preso atto che in ricorso viene richiesta la sospensiva del citato provvedimento in quanto qualora il ricorrente, arrivato dal Guinea Bissau in Italia, facesse ritorno nel proprio paese, verrebbe esposto al rischio di un danno grave alla persona a causa, tra l’altro, della situazione di violenza generalizzata in cui versa il predetto Stato;

-ritenuto che, sulla base di una valutazione approfondita ma al contempo sommaria degli atti di causa, per come propria della limitata attività cognitiva riservata al giudice della cautela (fermo restando l’approfondimento istruttorio tipico del giudizio di merito) sussistano nel caso di specie i presupposti per la concessione della sospensiva, tenuto anche conto della condizione personale del ricorrente;

- considerato, dunque, che si impone preliminarmente l’accoglimento della domanda cautelare, con contestuale fissazione dell’udienza di comparizione delle parti costituite per quanto riguarda il merito della causa;

P.Q.M.

1) ACCOGLIE la domanda cautelare e, per l’effetto, sospende l’efficacia esecutiva del provvedimento impugnato;

2)….”.

Ancora non è finita, ma noi non molliamo amico mio!

Avv. Pasquale Saffioti

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